venerdì 11 febbraio 2011

POLITICA E ATTUALITA': UN OSSIMORO DA SUPERARE!

L’arte di governare le società, l’interesse e la cura delle esigenze dei cittadini, il risultato di confronti leali ma soprattutto produttivi; sono queste le parole che meglio descrivono ciò che Aristotele definiva “l'amministrazione della polis per il bene di tutti” , parole che, purtroppo, evidenziano la degenerazione sociale alla quale stiamo andando incontro.

Quella che dovremmo chiamare “politica” si è infatti trasformata in uno scontro letale, non tanto per le forze politiche in gioco, impegnate a difendersi o a sventare colpi gratuiti, quanto per la democrazia e gli ideali di fondo, ormai letteralmente alla gogna.
Come dimostrato da recenti sondaggi, la situazione nazionale venutasi a creare ha comportato una totale perdita di fiducia nelle istituzioni da parte dell’opinione pubblica, ormai stanca di assistere allo spettacolo raccapricciante che ogni giorno viene proposto da quotidiani e tg, ma sempre più rassegnata davanti a un gioco di forze apparentemente indomabile.

I partiti e la magistratura, in particolare, hanno subito una caduta vertiginosa quanto a consenso dei cittadini, perdendo così gran parte di quella rispettabilità di cui devono necessariamente godere e sulla quale si fonda la stabilità oltre che la credibilità di un Paese.
Ma, andiamo con ordine.
E’ ormai evidente l’accanimento giudiziario con il quale si sta tentando di distruggere la figura del Presidente del Consiglio, volendolo trasformare in un orco crudele disposto ad approfittare di giovani fanciulle, cosa che, ad oggi, si è riuscita a dimostrare solo nell’ “aula” di Annozero, unico “tribunale” in cui non esiste possibilità di difesa e si giunge a una condanna in contumacia sulla base di pseudo testimonianze.

La verità è che l’opposizione che si indigna di certe situazioni è la stessa che ne trae vantaggio, potendo essa aggrapparsi solo a simili futilità, non essendo invece in grado di costituire una valida contrapposizione politica, indispensabile per la crescita e il miglioramento di qualsiasi società. Nello specifico, dando un’occhiata al panorama politico attuale, troviamo da una parte una sinistra inesistente, ancora alla ricerca di un leader capace e disposto a prendersi sulle spalle anni e anni di continui fallimenti; dall’altra troviamo un novello terzo polo, che raggruppa una serie di “prime donne”, oggi disposte a combattere insieme il “nemico-Berlusconi”, domani affannate a prevalere l’una sull’altra per ottenere la tanto agognata leadership governativa.
Quanto alla magistratura, da una parte troviamo una minoranza accanita contro la figura del Presidente e abusante dei poteri ad essa riconosciuti; dall’altra troviamo la stragrande maggioranza di magistrati, giudici e pm, che portano avanti il loro Compito con onore, impegno e grande professionalità.

Tuttavia la loro posizione è aggravata dalla necessità di riformare l’intero sistema giudiziario, ancora troppo lento e incerto; è infatti indispensabile un rinnovamento all’insegna della celerità e della certezza della pena, in modo da generare una ripresa sia in termini di fiducia sia di investimenti all’interno del nostro Paese.
Infine, e non certo per ordine di importanza, troviamo i cittadini: stanchi, confusi, amareggiati; coloro che dovrebbero essere il fine ultimo di qualsiasi politica, ma che si sono trasformati in un semplice “mezzo” per il soddisfacimento di una classe dirigente avida di potere e di denaro. Bene è ai cittadini che la politica deve rivolgersi per risollevare la sorte dell’Italia; è ai cittadini, onesti, capaci e meritevoli, che lo Stato deve guardare per ricominciare un percorso di crescita e valorizzazione del Paese.

Il centrodestra vuole il riscatto? Bene, approfitti della sua più grande forza costituita da tutti i giovani che ogni giorno si battono per difendere i propri ideali, i propri progetti, il proprio partito; assicuri loro uno spazio idoneo per far nascere una classe dirigente attiva, sana, capace di affrontare qualunque situazione si presenti sul proprio cammino. Sarà allora che il grande popolo del centrodestra ritroverà la forza e la compattezza indispensabili per dare forma a una nuova società, mossa da una nuova, vera, sana attività politica.

mercoledì 9 febbraio 2011

CONSIGLIO DEGLI STUDENTI: ELETTO E NON FUNZIONANTE


Reggio Calabria. Era il 13 maggio dell’anno appena trascorso quando  venne rinnovata l’intera rappresentanza studentesca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Di lì a poco tutti i neo eletti si insediarono nei relativi Consigli, a eccezione dei rappresentanti del Consiglio degli studenti, le cui nomine restano ancora oggi carta morta. Incredibile ma vero, soprattutto a causa dell’indiscutibile rilevanza che viene riconosciuta a tale organo, essendo esso il fulcro dell’organizzazione e del coordinamento dell’intero corpo studentesco. 

È, infatti,  il Consiglio, organo autonomo costituito dai rappresentanti appositamente eletti in ciascuna facoltà oltre che dai rappresentanti  in seno agli organi di ateneo, a coordinare le attività e ad esercitare funzioni consultive e propositive di estremo rilievo. In particolare, come disposto dallo Statuto di ateneo, spetta al Consiglio fornire pareri in relazione a qualunque questione riguardante la didattica, la contribuzione e l’attuazione del diritto allo studio, insieme all’ elaborazione di proposte volte al miglioramento dell’organizzazione e dei servizi agli studenti; come se non bastasse, è il Consiglio a condurre l’attività autogestita, proponendo al Consiglio di Amministrazione il riparto dei fondi previsti a bilancio per le attività culturali, sportive e di tempo libero. 

Il motivo di tale ingiustificabile ritardo non è ad oggi manifesto, dal momento che negli ultimi tre mesi  qualunque richiesta di convocazione posta agli alti vertici studenteschi  veniva replicata con un “non ti preoccupare, a breve si farà”, mentre gli studenti attendono ancora che i rappresentanti, da loro eletti nove mesi fa, inizino a soddisfare le esigenze che giornalmente si presentano all’interno dell’ ateneo. In realtà, l’unica motivazione che sembra palesarsi riguarda la nomina del presidente dell’organo, carica importantissima e da molti ambita, che dovrebbe essere assegnata dal medesimo Consiglio, ma che, per uno strano gioco di forze, sembra dover essere scelta dall’ “esterno”, dove l’unico motore è la brama di vincere l’estenuante lotta tra correnti politiche. 

Alcune domande, allora, sorgono spontanee: è forse la frantumazione dei Giovani Democratici a creare questa fase di stallo, nella speranza che ognuno di loro ha di far prevalere la propria fazione a discapito delle altre? È forse la volontà di ostacolare la candidatura di determinate persone, il cui schieramento politico non è gradito da alcuni “manovratori”? Ai posteri l’ardua sentenza; l’unica cosa certa è che ancora una volta l’interesse personale  prevale sulle esigenze della collettività, circostanza che i giovani dovrebbero rimproverare alla politica attuale, ma dai cui errori, purtroppo, non sembrano imparare.